Mi capita spesso di imbattermi in blog in cui donne parlano di relazioni esclusivamente sessuali. Sembra essere la moda del momento. Ne segnalo due: Su ChatandZen (http://chatandzen.blogspot.it) vi consiglio “Masterchef” pubblicato il 16 dicembre 2014 dove potete seguire le acrobazie erotiche e goderecce di una sedicente ninfo-avvcato mentre su l’Ombelico di Svesda (http://ipnagogicosentire.wordpress.com/2012/04/20/14225/) un racconto che ribloggero’ più’ raffinato e colto. Anche se di segno apparentemente opposto, i due racconti sono molto simili. L’uomo in questione crede di essere di successo, molto sicuro di se. Viene rimorchiato dalle nostre eroine, sedotto, usato ed abbandonato anche perchè non sempre all’altezza. Viene ridicolizzato. Singolare anche la rassomiglianza dell’atto descritto e cioè del sesso orale. Quasi che si volesse rappresentare attraverso questo il completo dominio sul maschio.
Devo confessare che questi articoli/racconti sul sesso descritti da donne mi fanno sorridere. Non li trovo provocanti né eccitanti ma divertenti. Mi inducono lo stesso divertimento che si prova a vedere le scene d uni film muto in bianco e nero degli anni ’30 dove si finisce con una battaglia di torte in faccia. Mi sono spesso interrogato su questa reazione e mi chiedo se sia comune a tutto il genere maschile. D’altra parte dagli anni ’90 l’esternazione del piacere femminile è diventato una moda. Sex and the city, tv serial di grande successo, era veramente divertente. Chi non sorrideva a vedere l’instancabile Samantha cambiare amante e posizione alla velocità della luce?
Ma la mia riflessione è un altra. Non vi sembra che le donne quando raccontano il sesso lo fanno riproducendo degli stereotipi maschili? Perché una donna non esprime con la propria sensibilità il paradiso di emozioni che prova al raggiungimento di un orgasmo, le sensazioni ed i brividi di una bacio appassionato. La risposta più’ semplice è, forse, che non lo prova. Che l’immaginario erotico femminile si è andato appiattendo negli anni su quello (povero) maschile. Un mondo dove le dimensioni contano più’ delle sensazioni, il numero più’ dell’unicità del gesto? Non sarà che le donne dopo aver affermato la propria sessualità (dagli anni ’70 ad oggi) non sappiano renderla indipendente da quella maschile subita per anni?